LA FOTOGRAFIA EMOZIONALE
quello che vogliamo vedere è diverso da quello che vediamo…
La fotografia è un linguaggio visuale che ha subito e interpretato innumerevoli rivoluzioni tecnologiche e sociali configurandosi ora come causa ora come effetto dell’evoluzione del sentire umano.
Le fotografie sono allo stesso tempo protesi visive e immagini rappresentative, rappresentazione e investigazione sulla realtà.
Tutte le immagini hanno un effetto retroattivo sulla mente dell’essere umano in quanto plasmano il modo stesso in cui l’uomo immagina (Malafouris, 2007).
Le fotografie sono un messaggio senza codice che comunica, secondo le parole di Barthes, un’attrazione che stordisce (1980). Le foto comunicano in una dimensione affettiva ed emozionale, da qui la scelta di concentrarsi sulle immagini fotografiche da una prospettiva fenomenologica che punta ad indagare le reazioni emotive che il soggetto prova dinanzi ad una fotografia.
L’esperienza che si vive davanti ad una fotografia avviene su due livelli, il primo è quello della coscienza culturale, il secondo è quello del mondo degli affetti, elementi che rappresentano quella fatalità che fa si che la foto si animi fino a produrre un godimento sensoriale in chi la osserva.
Si tratta della dimensione affettiva e passionale, di quel “potere” (Freedberg, 1989) proprio delle immagini di colpire emotivamente il soggetto.
Ed è questo che ci spinge a ricercare sempre di rappresentare ciò che ci circonda partendo dal nostro sentire al fine di trasmettere la maia che ci circonda.